27.11.2018

Un cambiamento di passo

LA GESTIONE DEI NUOVI ORGANI DEVE INIZIARE CON UN CAMBIAMENTO DI PASSO


Nell’elezione per il rinnovo degli organismi della SIAE dello scorso 26 luglio la lista da noi presentata (“La Siae che vorrei”) ha registrato un indiscutibile successo; infatti è risultata maggioritaria tra gli Editori Musicali avendo ottenuto sette dei tredici posti destinati alla nostra categoria e cinque fra gli Autori Musica provenienti dalla lista a noi alleata.Evidentemente gli Editori e gli Autori Italiani con il voto hanno voluto riconoscere validità e fondatezza alle analisi e alle proposte da noi avanzate in campagna elettorale.

Un risultato di particolare rilievo, considerata la manovra adottata in occasione della riforma dello Statuto, che – a seguito dell’intervento dei Ministeri - ha portato ad un taglio “chirurgico” dei voti espressi dai nostri associati, sulla cui legittimità il TAR del Lazio si pronuncerà al più presto a seguito di un riscontro favorevole alle nostre istanze pervenuto dal Consiglio di Stato.

In relazione ai nuovi equilibri che si sono realizzati all’interno del Consiglio di Sorveglianza, auspichiamo che si modifichino i rapporti interni, che cessi un approccio autoreferenziale dei vertici SIAE (che tanto ha caratterizzato la gestione dell’ultimo quadriennio), ma soprattutto auspichiamo che, superati inutili antagonismi alimentati esclusivamente dalla volontà di mantenere il potere e il controllo, si giunga una rinnovata unità finalizzata ad un reale ammodernamento della Società.

La SIAE, per quanto ci riguarda, è la “casa comune” dalla quale dipendono i nostri incassi e intendiamo agire perché sia più accogliente e confortevole per tutti.

Con questo documento intendiamo puntualizzare la nostra posizione, evidenziare le criticità riscontrate nel corso della passata gestione ed iniziare a formulare proposte per il loro superamento, con l’obiettivo che la SIAE sia al servizio di tutti coloro che operano nel campo della creatività.

Il Consiglio di Sorveglianza: 
è urgente procedere ad una corretta e concreta attuazione delle funzioni e delle prerogative del Consiglio di Sorveglianza. La legge inequivocabilmente definisce poteri e prerogative del CdS, che possono essere sintetizzate in “funzioni di derivazione dell’Assemblea”, “funzioni di alta amministrazione”; il CdS esercita, altresì, i poteri di sorveglianza propri del Collegio dei Sindaci in funzione del controllo di legittimità sulle scelte operate dagli Amministratori, ovvero di conformità delle stesse ai principi di corretta amministrazione. 
Il funzionamento del Consiglio nell’ultimo quadriennio ha, invece, evidenziato uno svilimento del suo ruolo centrale nella gestione della Società, al punto da farlo apparire come organo di decisioni altrove assunte.  Infatti, le delibere sottoposte al Consiglio sono state sistematicamente prive di istruttoria, la documentazione è sempre stata carente e si è persino negato ai Consiglieri l’accesso ai bilanci dei fondi immobiliari, che pure rappresentano una larga parte del patrimonio della SIAE. In sostanza, ai componenti è stata negata la possibilità di svolgere adeguatamente il proprio dovere.

L’immagine della SIAE: nel corso degli ultimi due anni sono accaduti ripetutamente episodi che hanno profondamente minato l’immagine della SIAE presso l’opinione pubblica oltre che scuotere la coscienza degli Associati. 
Nell’intera campagna sul recepimento della Direttiva Barnier, la comunicazione è stata approssimativa (compreso l’imbarazzante clip del direttore generale vestito come la sposa vendicatrice di “Kill Bill”) e non è stato infrequente un evidente affanno nei confronti di interlocutori di modeste dimensioni rispetto a Siae (Soundreef). Grave e sgradevole è stato l’episodio denunciato dal settimanale L’Espresso dal titolo “così gli ex 007 israeliani hanno indagato su Rovazzi e Fedez”, al limite della farsa le vicende sull’annullamento e riconvocazione dell’Assemblea in occasione delle elezioni (incluso l’investimento di oltre 500.000 Euro su una piattaforma informatica di proprietà Siae che risulta inutilizzata); senza dire del provvedimento dell’AGCM, con i connessi gravissimi danni d’immagine che - a prescindere dalle ragioni o dai torti - ha evidenziato un inadeguato e colpevole comportamento dei vertici della struttura: prova ne sia che, recentemente a un anno dall’assegnazione, è stato deciso di revocare l’incarico allo studio che ha seguito la vicenda dall’inizio dell’istruttoria dell’antitrust per affidarlo ad altri professionisti. La motivazione è stata la successiva verifica che lo studio in questione aveva ricevuto incarichi anche da controparte. Ultimo, ma solo in ordine cronologico, l’hackeraggio del sito istituzionale - avvenuto a detta di alcuni per mancato aggiornamento del software - che ha creato un’idea di approssimazione e debolezza in un’area di tale importanza strategica. Ad oggi nessuna comunicazione ufficiale è stata inviata agli associati e proprio mentre scriviamo alcuni utenti hanno ricevuto una mail in cui si accerta la violazione dei dati personali. Non vi è dubbio che dagli episodi citati derivi un grave danno d’immagine che impone una revisione dell’approccio alla gestione e comportamenti più adeguati al prestigio e alla reputazione della SIAE.

Il bilancio della SIAE: 
a partire dal 2015 la SIAE ha cambiato metodo di stesura del bilancio inserendo a “valore della produzione” poste che prima erano iscritte a “gestione finanziaria”. Tutto ciò rende problematico comparare la serie storica dei risultati ottenuti dalla gestione. Abbiamo proceduto, ai soli fini comparativi, a riclassificare le diverse poste di bilancio. Dal lavoro così realizzato risulta incontestabile che:
·      Il MOL (margine operativo lordo) che misura la performance dell’azienda è rimasto invariato negli anni e costituisce il vero elemento di fragilità della SIAE, al punto che il MOL rideterminato si appresta a superare i 30 mln. di Euro passivo, così come avveniva nel periodo precedente al Commissariamento;
·      Il livello delle spese resta invariato (è mancata quindi quell’azione di risanamento che ci si proponeva di realizzate con il ritorno della gestione alla Base associativa nel 2013); i costi rimangono ancorati a circa €180 milioni;
·      Un particolare rilievo assumono sempre più gli oneri dovuti a consulenze e affidamenti all’esterno aumentati esponenzialmente sino ai circa €20M del preventivo 2019;
·      Fortemente deludente e critica appare la gestione finanziaria, e si confermano le problematiche emerse nella gestione del patrimonio immobiliare;
·      I risultati degli ingenti investimenti in riorganizzazione aziendale appaiono deludenti e non rispondenti allo sforzo prodotto;
·      I proventi sono in flessione. 

Appare quindi di improrogabile urgenza intervenire per avviare un reale cambiamento organizzativo orientato al contenimento e alla qualificazione della spesa nell’ottica dell’efficienza e dell’economicità. Nello stesso tempo è necessario intervenire per rafforzare il modello di business allo scopo di incrementare gli introiti, soprattutto perché la SIAE, in esito alle innovazioni legislative recentemente introdotte, si troverà ad operare in un contesto competitivo. 

Il settore informatico: 
nel quadriennio passato la SIAE ha investitocirca €35 milioni e altri €6.9 milioni sono previsti per il 2019 per il rinnovamento del settore informatico; uno sforzo straordinario dovuto alle condizioni di arretratezza in cui versava l’area. Tuttavia, nonostante la portata dell’investimento portasse a pensare che si sarebbe realizzato un vero cambiamento rendendo la SIAE all’avanguardia circa l’automazione e l’efficienza dei sistemi, i risultati appaiono modesti e non giustificano lo sforzo prodotto. Allo stato si registra una generale insoddisfazione circa il funzionamento del sistema informatico aziendale: gli Associati sono quotidianamente alle prese con portali, vantati quali “fiore all’occhiello”, che funzionano male e a singhiozzo; il personale interno e i mandatari ne lamentano continue disfunzioni e inadeguatezza, per ultimo la vicenda relativa all’hackeraggio del sito, citato in precedenza, ha reso evidente la vulnerabilità del sistema sotto il profilo della sicurezza informatica nonostante risultino ripetute segnalazioni di funzionari interni circa la precarietà e stabilità del sistema informatico.
Occorre quindi procedere ad una verifica e al monitoraggio dell’efficienza operativa dei sistemi, ricorrendo, ove necessario, anche alla consulenza di una primaria Società specializzata in materia.

Le consulenze: le spese per consulenze e per le esternalizzazioni dei servizi assumono sempre più rilevanzanel bilancio della SIAE; al momento è stato affidato all’esterno, tra l’altro, il sistema informatico e ci si appresta ad assumere analoga determinazione per l’ufficio legale. Considerato il rilevante incremento dell’onere economico derivante da tale orientamento gestionale, si pone una questione di trasparenza. Consulenze e affidamenti all’esterno sono effettuate direttamente dal Direttore Generale. È di improrogabile necessità che venga fornito al Consiglio di Sorveglianza un elenco costantemente aggiornato delle consulenze e dell’affidamento all’esterno con l’indicazione del destinatario, della durata e dell’oggetto dell’incarico, nonché degli importi stanziati. 

La gestione finanziaria: nel 2015 la SIAE ha deliberato di affidare ad un unico gestore finanziario tutte le risorse finanziarie disponibili; si tratta, in larga parte, del contraltare all’ingente debito nei confronti degli Associati (somme non ripartite) e di una rilevante parte di pertinenza del Fondo Solidarietà Soci. Già al momento di questa decisione abbiamo sollevato fondate perplessità perché ci sembrava scorretto fare “trading” con risorse non proprie e, soprattutto, ci sembrava azzardato non procedere ad una diversificazione tra più gestori di queste risorse (come vorrebbe una buona regola di ogni accorto investitore). Anche le Autorità vigilanti avanzarono analoghi dubbi. Il decreto legislativo 35/2017 (recepimento della Direttiva Barnier) definitivamente si pronunciava sull’argomento affermando all’art. 14 c. 5 
che gli investimenti delle somme “devono garantire la sicurezza, la qualità, la liquidità e la   redditività  del portafoglio nel suo insieme, devono essere inoltre diversificati in modo da evitare un'eccessiva dipendenza da una particolare attività e l'accumulazione di rischi nel portafoglio nel suo insieme”. Sulla questione il vertice SIAE ha sempre sostenuto che la il mandato ai gestori del fondo era di un portafoglio conservativo per cui il capitale era di fatto garantito cosìcome era certo un costante flusso di rendimento e conseguenti dividendi. È bastato che nei primi mesi dell’anno in corso l’andamento del mercato cambiasse segno per dimostrare la debolezza di tali affermazioni, infatti il Fondo Pentagramma dal gennaio all’ottobre del 2018:
1.     Rispetto a gennaio (aggiunto l’acquisto quote del marzo successivo) ha perso € 39.582.599 di valore.
2.     La perdita rispetto al capitale investito è al momento € 21.738.701. 
Nel 2015 e nel 2016 la SIAE ha proceduto ad alienare titoli in suo possesso, e la relativa vendita ha generato minusvalenze pari a € 23.766.000.
Oltre alla perdita di valore si è realizzata, quindi, una significativa perdita sui Diritti di spettanza degli Autori e Editori, nonché sul Fondo di Solidarietà Soci. 
In presenza di perdite sul patrimonio non è oggi ipotizzabile procedere alla doverosa diversificazione degli investimenti in quanto si realizzerebbe una rilevante minusvalenza, ma è urgente avviare un’interlocuzione con il gestore di Pentagramma “Valeur capital” al fine di individuare opportune modifiche del benchmark capace di recuperare i valori persi nel periodo.In merito si ritiene utile istituire il “comitato di controllo e di gestione dei rischi” previsto dal nuovo Statuto della SIAE all’art. 27 p. 4.

I fondi immobiliari: nel primo periodo di gestione i risultati dei fondi immobiliari risultano particolarmente gravosi. Nel periodo 2012/2017 la SIAE ha riconosciuto al Fondo Norma a titolo di locazione per gli immobili necessari alla sua attività all’incirca 56.000.000 di euro, nello stesso periodo il Fondo Norma ha riconosciuto a SIAE quali dividendi l’importo di 9.500.000 euro. Anche al netto dei minori ammortamenti i numeri parlano da soli e consentono di dichiarare il fallimento della complessa operazione immobiliare messa in atto nel 2011. Si ricorda a titolo di esempio che i presupposti di tale operazione erano che i fondi immobiliari avrebbero contribuito al bilancio Siae per circa €4 milioni all’anno. I risultati ad oggi parlano di scarsi €1.5 milioni all’anno.
Soprattutto, e stante le premesse, ad amministratori responsabili dovrebbero preoccupare le prospettive: nei 23 anni residui di attività del Fondo, considerate le spese fisse non comprimibili, è fondato parlare di una “voragine” che si creerà nei conti della Società.
Oggi, attesi gli obblighi contrattuali assunti da SIAE con Sorgente Group – gestore dei fondi -, è difficile immaginare vie di fuga da una tale situazione, è tuttavia possibile adottare provvedimenti utili per contenere le perdite. Innanzitutto, andrebbe prioritariamente risolta l’anomalia di un unico investitore che detiene ben tre diversi fondi immobiliari con l’effetto moltiplicatore delle spese di gestione; inoltre bisognerebbe chiedere che i valori mobiliari e di liquidità attualmente detenuti all’interno dei Fondi possano essere utilizzati per abbattere il debito contratto da Norma per l’acquisto del fondo Aida, che attualmente pesa sui conti del fondo per quasi 2 milioni di euro all’anno. A tal proposito non ci appare comprensibile la decisione presa dal direttore generale, nello scorso anno, di non chiedere a Sorgente il pagamento della prima rata di detto prestito, a fronte di una rinegoziazione che ha esclusivamente dilatato i tempi di restituzione del prestito stesso.

Gestione dei Proventi ed esercizio dei Diritti: 
una particolare cura dovrà poi essere destinata a tale “centrale” tema introducendo i doverosi criteri di trasparenza. Dovranno essere riviste le prerogative della Sezione Musica (che, va ricordato, rappresenta circa l’80% del totale degli incassi della SIAE) quale principale interlocutore del Consiglio di Gestione sulle materie di competenza. Andranno chiarite le modalità di incasso e di gestione della Copia Privata. Dovranno essere rese trasparenti le modalità di gestione e di attribuzione degli ingenti fondi destinati alla promozione culturale. Dovranno essere resi pubblici gli accordi e i contratti sottoscritti con le Emittenti. 

Separazione contabile: 
come previsto dall’art. 29 dello Statuto si auspica il ripristino della separazione contabile tra attività legate al diritto d’autore e attività di servizio anche alle pubbliche amministrazioni. Già in passato, importanti associazioni di editori ribadivano la centralità del core business di Siae con l’impegno a ottenere gli obbiettivi di una maggiore raccolta senza ulteriori aumenti dei costi di gestione (ma anzi studiando un ridimensionamento degli stessi) e, laddove necessario, l’abbandono di attività atipiche o servizi poco redditizi per concentrare il perimetro di azione nelle attività del core business e ad alto valore aggiunto. Non possiamo che sottoscrivere tale impegno anche per il futuro della nostra Siae.

Si tratta di temi di grande complessità tecnica, che impattano sugli interessi e sul lavoro quotidiano degli Editori, per cui Emusa propone l’avvio di una consultazione tra la categoria, o attraverso il nostro sito www.emusa.eu dove questo documento è pubblicato, oppure con l’invio diretto di mail ad Emusa all’indirizzo info@emusa.eu.
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